Sono partita dal Cilento da una ventina di giorni e mi manca moltissimo. So, dai racconti degli amici, che la stagione è stata molto generosa continuando a regalare giornate bellissime, ciò rende il mio soggiorno romano ancor più faticoso. Questo non significa che nella capitale mi manchino gli spunti per scrivere, ma certo è un’altra cosa. Poi però ad aiutarmi ci ha pensato la mia curiosità in libreria. Confesso, non passa mese in cui non compri almeno un paio di titoli a carattere culinario. L’impresa è spesso resa difficile perché molti libri sono patinati, finti, le ricette infattibili, le facce degli chef troppo in evidenza a scapito dei contenuti, insomma non sempre torno a casa soddisfatta.
Ma la scorsa settimana la mia gioia è andata alle stelle notando tra gli scaffali, un volume che mai avrei sperato di poter vedere pubblicato in italiano: “La Dieta Mediterranea, come mangiare bene e stare bene” di Ancel e Margaret Keys. Il testo è un piccolo miracolo fortemente voluto dagli eredi Keys, dall’Associazione Dieta Mediterranea Ancel Keys Pioppi e dalla casa editrice Slow Food (settembre 2017). Il Cilento torna dunque prepotente nelle mie giornate. Avere tra le mani il lavoro che ha tenuto impegnati i coniugi Keys per oltre quarant’anni è davvero molto emozionante. E’ un vero ritorno alle origini vedere stampato quello di cui ho sempre sentito parlare in famiglia. Il fisiologo americano di fama internazionale Ancel Keys (1904/2004) ha vissuto per oltre quarant’anni tra Pioppi, bellissimo paesino sulla costa cilentana e gli Stati Uniti, arrivando alla codificazione della Dieta Mediterranea.
Pioppi è dunque a tutti gli effetti la capitale mondiale del nostro Mangiar Bene essendo stata testimone degli studi scientifici di Keys. Il fisiologo studiando per 20 anni le abitudini alimentari e gli stili di vita degli abitanti di sette paesi, tra cui l’Italia, (Seven Countries Study) giunge ad una importante conclusione: i principali fattori di rischio per l’aterosclerosi sono l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il livello di grassi animali nella dieta. Da qui la comprensione che una dieta ricca di frutta, verdure, legumi e olio extravergine di oliva non possa che giovare alla salute. Il libro, il cui titolo originale è “How To Eat Well And Stay Well. The Mediterranean Way” e che vide la luce nell’edizione in inglese nel 1975, rappresenta un documento storico molto importante perché spiega in maniera dettagliata e precisa che i benefici della dieta mediterranea non sono solo quelli di aiutare a sentirsi meglio ma anche di invecchiare meglio e vivere più a lungo.
Il libro, che è un saggio tecnico utilissimo a chi desidera saperne di più su una corretta alimentazione è diviso in capitoli in cui si sottolineano le differenze tra l’alimentazione mediterranea e quella statunitense e nord europea. Si distinguono e si classificano i vari alimenti, dalle carni alle verdure, si dispensano preziosi consigli sugli abbinamenti e sulle proprietà di ogni cibo che sarà poi proposto nelle ricette dei capitoli successivi. Le ricette sono un compendio al testo, ma non sono la parte principale del libro. Non mancano consigli su una vita dinamica, all’aria aperta e sull’importanza del pesce azzurro.
La grandezza di questo volume sta nel fatto che è frutto di esperienza vera, Ancel e Margaret Keys hanno sperimentato tutto, si sono confrontati con le persone, hanno cucinato e vissuto con loro e nel Cilento hanno trovato la massima espressione delle loro ricerche. Ovviamente sarebbe riduttivo pensare che la Dieta Mediterranea sia un ricettario di cucina cilentana, i coniugi scienziati hanno studiato non soltanto le abitudini di vita e alimentari degli italiani e in particolare dei cilentani, ma anche quelle dei francesi, degli spagnoli e dei greci. Tutti paesi affini al nostro per clima e coltivazioni. Quindi tutti coloro che pensano che la Dieta Mediterranea sia qualcosa di regionale si sbagliano di grosso, Pioppi ha visto i natali di un codice di comportamento alimentare che oggi è riconosciuto quale patrimonio immateriale dall’Unesco.
Certo lo stile di vita, l’aria pulita, la bellezza del panorama, hanno fatto il resto nel cuore di Ancel Keys che non a caso scelse come punto fermo per quarant’anni proprio la frazione di Pollica. Il mito del buon vivere nel Cilento comunque prosegue ancora, tanto che è di pochi giorni fa l’ennesimo annuncio di uno studio che dall’Università di San Diego (che ha appurato la bassa incidenza di alcune patologie cardiache e demenza senile nel Cilento rispetto ad altre regioni) passa per la Svezia, dove il professor Olle Melander, ricercatore dell’Università di Lund punta a dimostrare, con un originale progetto, che nel Cilento si vive più a lungo e si vive meglio, forse grazie al clima, ai cibi, al rosmarino cui vengono attribuite proprietà incredibili, al mare e ad uno stile di vita più rilassato.
Probabilmente la risposta è nella sintesi di tutti questi fattori e per scoprirlo hanno deciso di inviare una delegazione di 200 cittadini svedesi del sud del paese (dove le aspettative di vita sono comunque abbastanza alte) nel Cilento (dove le aspettative di lunga sembrano essere ancor più alte) e successivamente saranno i cilentani ad essere ospitati in Svezia. In attesa di sapere i risultati degli studi svedesi direi che possa essere molto utile e interessante leggere il libro di Ancel Keys e provare le ricette che fanno capo alle tradizioni di Francia, Grecia, Spagna e Italia per scoprire che abbiamo molto più in comune con questi paesi di quanto possiamo immaginare, anche se…il Cilento è un’altra cosa lasciatemelo dire: i colori, i profumi le emozioni gastronomiche che provo ogni volta che torno non hanno pari in nessun altro luogo del mondo.
Qui ognuno mette un pezzo di cuore in quello che fa, soprattutto se si parla di tradizioni culinarie ed è per questo che una volta scoperto il Cilento ti cattura, ti entra dentro e ti riempie la vita. Parlo per esperienza personale è chiaro, non sto qui a fare la classifica dei posti più belli d’Italia, ognuno ha il suo, ma proprio per questo io dico la mia sul mio posto del cuore e sulla mia cucina del cuore che è fatta di persone prima ancora che di cibi, di amore, di ricordi e di grandi, grandissimi affetti.